Notte di Qualità | In Germania discoteche e locali notturni diventano “istituzioni culturali” alla pari di teatri e musei
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In Germania discoteche e locali notturni diventano “istituzioni culturali” alla pari di teatri e musei

In Germania discoteche e locali notturni diventano “istituzioni culturali” alla pari di teatri e musei

Il parlamento tedesco, lo scorso 7 maggio, ha votato un’ordinanza approvata all’unanimità dal comitato federale per l’edilizia abitativa e lo sviluppo urbano che riconosce discoteche e locali notturni di musica dal vivo come “istituzioni culturali”, uno status che attualmente è riconosciuto a musei e teatri d’opera. Un provvedimento che rende queste strutture, e i quartieri all’interno dei quali esse sono situate, meno vulnerabili davanti a progetti edilizi di gentrificazione. 

Questa votazione è risultato di una campagna di 15 mesi lanciata dalla Clubcommission, un collettivo di proprietari di locali notturni. Questa, già da un anno, stava cercando di sensibilizzare il parlamento  contro il crescente fenomeno di chiusura di locali notturni in Germania. Negli ultimi dieci anni quasi 100 locali berlinesi hanno chiuso  e altri 25 ne corrono il rischio, a causa delle rimostranze dei cittadini sul rumore e del crescente sviluppo urbano volto a trasformare i centri urbani in zone residenziali, con conseguenti rincari sui costi degli immobili. 

Secondo i dati forniti da Clubcomission i locali notturni attirerebbero in Germania circa 3 milioni di turisti per un indotto complessivo di 1,5 miliardi sull’economia locale.  

L’ordinanza approvata al Bundestag comporta alcuni provvedimenti presi a protezione dei locali notturni, come la riduzione dell’imposta sul valore aggiunto (IVA) dal 19% al 7% e investimenti simili a quello annunciato lo scorso giugno dal governo tedesco, che prevede 150 milioni di euro in favore dell’industria della musica dal vivo. Queste misure protettive, stando ad un documento diffuso dall’Associazione Federale dei Locali di Musica in Germania, saranno concesse solo ai locali che dimostreranno di avere autentiche finalità culturali. Ossia tutti quei club che si focalizzeranno maggiormente sugli artisti, sulla scoperta di giovani talenti e sulla cura di programmi futuri maggiormente centrati sull’offerta culturale. E’ il caso ad esempio del Berghain che lo scorso settembre si è trasformato in un’autentica galleria d’arte che ha ospitato le opere di 117 artisti.

Il recente comunicato della Clubcommission, che ha commentato con entusiasmo la votazione, ha delineato due possibili effetti virtuosi che fermerebbero la scomparsa dei club e lo spostamento della cultura dei centri urbani in futuro:

  1. La creazione di nuovi luoghi per la club culture e la musica dal vivo.
  2. Il miglioramento dei club in un’ottica di sviluppo urbano, ciò potrebbe renderli luoghi molto più sicuri.

Un’ordinanza fondamentale per tutelare e valorizzare il settore della vita notturna, pesantemente colpito dalla pandemia, della quale tutti i paesi dell’Unione europea dovrebbero tener conto. Chissà se l’Italia si muoverà in questa direzione?